Disturbi dell’Alimentazione

 I disturbi dell'alimentazione sono un modo per comunicare sofferenze quali lutti, abbandoni, abusi e maltrattamenti spesso in età precoce.  Pensare in modo ossessivo al “cibo-corpo-peso” diventa un anestetico che permette di non sentire la sofferenza. È un’auto-cura. Questo è un modo per sopravvivere. In Italia sono oltre 3 milioni di persone a soffrire di DCA (disturbi del comportamento alimentare), oltre l’ 80% hanno subito abusi e maltrattamenti. Nell’ 85% dei casi si tratta di donne adulte, adolescenti e bambine. Negli ultimi anni il fenomeno riguarda anche gli uomini (circa il 20%). Questi disturbi non devono essere scambiati per malattie dell’appetito. Sono disagi psicologici profondi, “malattie dell’amore”. L’ approccio nutrizionale non  permette di elaborare le autentiche cause di questa grave patologia che copre una disperata fame d’amore.

L’anoressia e la bulimia sono la più grave forma di dipendenza che esista nonostante siano ancora sommerse.

L’anoressia e la bulimia sono il sintomo tangibile di un dolore che non si vede, di un disagio psicologico lungamente incubato, segno di una crepa nella memoria o nella vita famigliare. La persona anoressica e la persona bulimica sono come il gatto dei cartoni animati che inseguito dal grosso cane del quartiere si arrampica velocemente in cima a un albero, per cercare il rifugio e la protezione che non saprebbe trovare altrove. Da lassù guarda con sufficienza e sollievo ciò che dal basso lo minaccia. Da lassù è sicuro di avere un controllo totale, a trecentosessanta gradi, del mondo sottostante. In più, se scendesse dovrebbe anche fare i conti con ciò da cui si era messo al riparo.

 

Anoressia

 

L’anoressia inizia con una cura dimagrante: l’intento è quello di controllare la propria immagine, controllare tutto. In realtà l’immagine riflessa nello specchio non restituisce la realtà: la persona anoressica non si vede mai abbastanza magra anche se sfiora la morte.

Di solito si comincia con una dieta dimagrante: tutto ciò che si desidera, apparentemente, è migliorare e controllare la propria immagine. La persona anoressica non si sente mai abbastanza magra. Tra i sintomi, la fame viene negata, si cade nel calcolo ossessivo delle calorie e nel controllo spasmodico del peso. Ci si illude che cambiando il proprio corpo sia possibile cambiare anche la propria vita, cambiare gli altri, cambiare la realtà. Questo tipo di disturbo si manifesta in modo molto evidente: il corpo, scarno e denutrito, diviene una tela su cui dipingere l’immagine di un dolore interiore, un disagio che le parole non possono esprimere. L’anoressia può portare danni molto gravi alla salute come insufficienza renale, perdita dei capelli e dei denti, arresto cardiaco. L’arresto del ciclo mestruale per oltre un trimestre è il primo indicatore dell’anoressia e può portare a gravi forme di osteoporosi. Nel 75% dei casi oggi, l’anoressia è accompagnata dalla bulimia. Il soggetto cede all’ istinto di sopravvivenza, perde il controllo, mangia tutto ciò che trova e si induce il vomito. Si può dire che l’anoressia sia una manovra disperata per coprire la bulimia. La bulimia è il bisogno smodato di tutto. L’anoressia è un tentativo drastico di coprire la bulimia. Spesso anoressia e bulimia si alternano ciclicamente: la persona anoressica, che non riesce più a controllare la fame, cede all’istinto e si punisce con il vomito autoindotto. L’anoressia è la punta dell’iceberg, il sintomo di una sofferenza che ha cause psicologiche. Per questa ragione non può essere aggredito: è necessario invece cercare le cause senza tuttavia perdere di vista la gravità dei risvolti che possono mettere a rischio la vita. Il sintomo non viene soppresso ma si diluisce fino a scomparire solo quando la persona non sente più la necessità di adottare i comportamenti che ha dovuto cercare e usare come soluzione, quando riesce a esprimere e vivere i suoi sentimenti, quando a dispetto delle difficoltà trova dentro di sé gli strumenti per far fronte alla vita e alla sofferenza che ne è parte.

 

 

Bulimia

 

Nella bulimia si instaura una dipendenza dal cibo come quella dalla droga e dall’alcool. La sensazione soggettiva è quella di “un pozzo buio e profondo da riempire”: si tratta di un vuoto soggettivo incolmabile, disperato, che si cerca di riempire attraverso l’assunzione di quantità eccessive di cibo. La vita si svolge mangiando, in una sensazione di totale perdita di controllo, e vomitando incessantemente. Il senso di colpa è devastante e lascia la persona in un circolo vizioso senza fine. Oltre alle abbuffate e al vomito, alcuni dei sintomi attraverso i quali si declina la bulimia sono condotte compensatorie come l’eccessivo esercizio fisico e l’abuso di lassativi e diuretici. La bulimia, nonostante spesso rappresenti l’altro lato della medaglia delle persone anoressiche che non riescono più a controllare la fame, lascia sul corpo segni meno evidenti: per questo è più difficile da riconoscere rispetto all’anoressia. Le conseguenze sono comunque devastanti sulla salute di chi ne soffre: il vomito autoindotto causa problemi gastrici, erosione dello smalto dentale, disidratazione, ipotalassemia e disfunzioni cardiache.

 

 

Obesità

 

Se si esclude quella che è conseguenza di disfunzioni metaboliche, anche l’obesità si associa a fattori psicologici, per questo viene definita psicogena. E’ una vera e propria malattia sociale che riguarda un numero sempre maggiore di persone di ogni età, anche bambini. Come nella bulimia, anche nell’obesità psicogena si è di fronte a una dipendenza, cambiano solo le modalità. Il cibo è scelto con cura e assunto fino ad aumentare di peso in modo spropositato. Viene inconsciamente considerato una soluzione magica alle difficoltà del vivere, un anestetico rispetto al dolore che si ha dentro. Il grasso rappresenta una barriera difensiva per proteggersi dalla propria depressione. In chi soffre di questo disturbo insorgono gravi danni alla salute quali patologie cardiocircolatorie e malattie metaboliche come il diabete. Possono essere seriamente compromesse anche la capacità di memorizzazione e concentrazione.

 

 

Conseguenze fisiche

 

L’anoressia può portare danni molto gravi alla salute come insufficienza renale, alterazioni cardiovascolari, perdita dei capelli e dei denti. Spesso si verifica il blocco del ciclo mestruale che, se permane a lungo, può causare l’osteoporosi. La bulimia, nonostante spesso rappresenti l’altro lato della medaglia delle persone anoressiche che non riescono più a controllare la fame, lascia sul corpo segni meno evidenti: per questo è più difficile da riconoscere rispetto all’anoressia. Le conseguenze della bulimia sono altrettanto devastanti sulla salute di chi ne soffre: il vomito autoindotto causa problemi gastrici, erosione dello smalto dentale, disidratazione, ipotalassemia e disfunzioni cardiache. Il vomito continuo con la conseguente risalita degli acidi gastrici fino alla bocca, provoca ulcerazioni all’esofago e consuma lo smalto dei denti; i capillari si rompono per lo sforzo del vomito e si verificano microemorragie; si gonfiano le ghiandole salivari; si soffre di calcolosi, dato che non si beve mai. Per via di squilibri ormonali la pelle si copre di una fitta peluria; le mestruazioni scompaiono perchè l’organismo non può più permettersi di perdere liquidi e sali minerali; possono insorgere forme di osteoporosi. In chi soffre di obesità insorgono gravi danni alla salute quali patologie cardiocircolatorie e malattie metaboliche come il diabete. Possono essere seriamente compromesse anche la capacità di memorizzazione e concentrazione.

 

 

Malesseri correlati

 

Accade spesso oggi che accanto ai disordini alimentari vi siano altre sintomatologie come attacchi di panico, disturbi d’ansia, dipendenza da sostanze, depressione che talvolta può anche portare ad un tentato suicidio. Spesso è difficile riconoscere le risorse che possediamo per superare gli ostacoli della vita. E' importante trovare un aiuto per riscoprire strumenti utili a prevenire ed affrontare questi nuovi sintomi.

Le sintomatologie che più frequentemente convivono con i disturbi alimentari sono le seguenti: Disturbi d’ansia. In questo caso l’ansia raggiunge un limite eccessivo, tramutandosi quasi in angoscia. La manifestazione più evidente è l’attacco di panico: palpitazioni, sudorazione, tremore, vertigini e fastidio al petto. Spesso si associa all’agorafobia, la paura di trovarsi in mezzo alla folla, e arriva a impedire le relazioni sociali. Dipendenza da sostanze (alcol, droghe o farmaci). Anche in questo caso la sostanza rappresenta una soluzione illusoria rispetto a problematiche angoscianti. Nei suoi confronti si ha un atteggiamento ambivalente: droghe, alcol, farmaci, cibo sono amati e odiati.

Ogni giorno si promette a se stessi di smettere senza però riuscirci e ogni fallimento getta in una depressione sempre più profonda. Depressione. In genere i sintomi sono una perdita di interesse in ciò che si fa e una riduzione dell’energia accompagnate ad alterazioni del sonno e dell’appetito. Prevale un senso di disperazione e possono presentarsi anche pensieri di morte, che potrebbero portare ad un tentato suicidio.

 

 

Disturbi alimentari al maschile

 

L’anoressia nervosa, e con essa la sua variante bulimica, è stata da sempre considerata una patologia riguardante quasi esclusivamente le donne, a causa della preponderante incidenza nella popolazione femminile. Molti casi di anoressia maschile non sono riconosciuti come tali o non vengono precocemente e preventivamente diagnosticati. L’incidenza della variante al maschile di questa patologia pertanto è ancora molto sottostimata. Se oggi iniziamo a riscontrare un incremento della domanda di cura al maschile è perchè questa premessa di genere è stata ridimensionata ed è diventato socialmente più “lecito” per un uomo chiedere aiuto.


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